Non è infrequente che, chi soffre di patologie autoimmuni, lamenti di non trovare giovamento ai suoi disturbi, nonostante le terapie. Credo che l’incapacità della medicina moderna di trattare efficacemente queste malattie risieda nel fatto che tende esclusivamente alla cura del sito sito colpito; un po’ come se, solo per il fatto che l’alterazione è confinata ad un determinato distretto (la pelle, la tiroide, le articolazioni,…), l’origine del problema sia necessariamente lì. Da Nutrizionista consiglio a chi soffre di autoimmunità, a prescindere dal nome che la malattia porta, di occuparsi dell’intestino. Mai sentito parlare di leaky gut syndrome?
La leaky gut syndrome è una condizione, frequente in autoimmunità, a causa della quale l’intestino perde la sua permeabilità. Per capirci… immagina di trascorrere una serata in discoteca: di norma arrivi sul posto e trovi all’ingresso il personale che seleziona chi può entrare e chi no; ma se al banco non c’è nessuno, ecco che non vi è più selezione e tutti possono entrare. Lo stesso accade nel tuo intestino: anatomicamente è dotato di strutture che filtrano quali sostanze possono accedervi e quali no; in caso di leaky gut tali barriere vengono meno, così le sostanze che normalmente non potrebbero attraversare l’intestino, hanno accesso.
In questo quadro il problema è rappresentato dallo stimolo che le sostanze normalmente respinte hanno sul sistema immunitario. Riprendendo l’esempio della discoteca… se, in condizioni normali, all’interno del locale sono presenti dei buttafuori a garanzia di una corretta condotta, allo stesso modo l’intestino è sottoposto ad una stretta vigilanza da parte del sistema immunitario. Se la tranquillità viene perturbata, i buttafuori allontanano i molestatori, prendendo nota delle loro facce per tenersi all’erta. Analogamente interviene il sistema immunitario verso le sostanze estranee, indirizzando contro esse una risposta infiammatoria e inserendole nella lista nera.
Cos’ha a che fare tutto questo con l’alimentazione? È presto detto: alcuni cibi possono peggiorare la permeabilità intestinale e i sintomi. Dunque, la chiave è scegliere accuratamente ciò che porti in tavola. In primis occorrerà seguire una dieta antinfiammatoria, in modo da non esacerbare i processi infiammatori già in atto. Contestualmente occorrerà ridurre gli stimoli immunogeni, eliminando i cibi che contengono sostanze irritanti.
Se il mancato miglioramento della sintomatologia può ascriversi in prima battuta ad un trattamento non integrato, una volta compresa la centralità dell’intestino, si riscontra una scarsa compliace ad adattarsi ad un regime alimentare più restrittivo ma terapeutico. A questo punto la domanda mi sorge spontanea: tu, a cosa saresti disposto a rinunciare pur di stare meglio? Riusciresti ad eliminare, praticamente a vita e quasi senza eccezioni, almeno cereali, legumi, latticini?