Alla base del collo, appena sotto il pomo di Adamo, è alloggiata la regina del nostro metabolismo. Si tratta della tiroide, colei che definisce quanto velocemente deve lavorare il corpo e quali sostanze deve utilizzare per produrre energia. Quando la tiroide rallenta il suo funzionamento, insorge una condizione nota come ipotiroidismo. Capire come alimentarsi in questi frangenti è lo scopo di questo articolo.
La prima cosa che devi sapere è che per fabbricare gli ormoni tiroidei ti occorrono sufficienti quantità di iodio. Questo elemento si trova soprattutto nell’acqua di mare, per questo ottime fonti sono il pesce, le alghe e i vegetali cresciuti in terreni costieri. Stai attento a non fare un utilizzo indiscriminato di questi cibi. Controlla in primis la provenienza delle alghe per evitare di consumare quelle vissute nelle acque prossime a Fukushima: le radiazioni sono infatti un’importante causa di malfunzionamento della tiroide. Inoltre preferisci i pesci di piccola taglia. Questo ti eviterà di ingerire le ingenti quantità di mercurio che si trovano nelle carni dei grossi predatori, permettendo una corretta utilizzazione del selenio. Tale minerale è indispensabile per la conversione dell’ormone tiroideo nella sua forma attiva.
Per non incappare in una carenza di iodio, quando mangi questi cibi non eccedere nel consumo Crucifere. Fanno parte di questa famiglia botanica vegetali come cavoli, rape e ravanelli. Se decidi comunque di consumarli, preferiscili cotti, così da ridurre la loro attività antitiroidea! Includi inoltre nella tua dieta come fonte di iodio i sali integrali che lo contengono naturalmente. Un esempio? Quello di Cervia!
Non dimenticare di assumere gli altri nutrienti indispensabili per la produzione degli ormoni tiroidei. Fra di essi spiccano l’aminoacido tirosina, di cui ottima fonte sono le uova; le vitamine del gruppo B, di cui un buon integratore naturale è il lievito in fiocchi; il ferro, da attingere da carni, pesce e legumi spruzzati con succo di limone; lo zinco, una buona scusa per concedersi delle ostriche!
Includi inoltre nella tua dieta l’olio extravergine di cocco. Questo alimento aiuta le cellule ad ascoltare il messaggio portato dagli ormoni tiroidei.
Se ti è già stato diagnosticato un ipotiroidismo di tipo autoimmune (tiroidite di Hashimoto), attenzione al consumo di iodio, che può non essere sempre benefico. In questo caso importante è inoltre l’eliminazione dalla tua dieta di glutine, latticini e soia. Altre esclusioni, seppure parimenti raccomandate, vanno valutate caso per caso. Soffrire di una patologia non significa necessariamente rendere l’alimentazione immotivatamente restrittiva!
Questi accorgimenti sono utili tanto per prevenire (ove possibile) quanto migliorare l’ipotiroidismo. Per questo la mancata osservanza renderà difficile risolvere l’eventuale sovrappeso che ne è conseguito. Condizione, questa, che può nettamente peggiorare se ti sottoponi ad una dieta ipocalorica drastica o priva di carboidrati.